Venerdì, 08 Aprile 2016 20:04

Anniversario beatificazione 2016

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 Anniversario della beatificazione di M. Caterina Troiani  (14 aprile 1985)

Guida: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. 

Tutti: AMEN

Guida: Siamo riunite qui in preghiera, per rivivere insieme le beatitudini evangeliche che hanno animato l’essere e l’operare della nostra madre Caterina. “Missionaria in clausura, contemplativa in missione": con questa espressione Giovanni Paolo II ha rappresentato l'essenzialità di una vita consacrata e totalmente donata al Sommo ed unico Bene; era il 14 aprile del 1985, giorno della beatificazione della Madre dei poveri. La mamma bianca ha terminato la sua corsa così come ella aveva affermato: “Voglio camminare di virtù in virtù sino a giungere... alla beata Sionne celeste”.

Facciamo memoria di questo “chicco di grano“ donato da Dio a noi, sue figlie, alla Chiesa e al mondo intero. Ella ha dipinto la storia con la sua originalità, morendo a se stessa per la vita di molti.

Così dev'essere anche per noi. Per portare frutti di carità, di testimonianza, di conversione, di santità, bisogna morire a motivo di Cristo, accettando la sofferenza redentrice e salvatrice della propria croce quotidiana.

Lett.: Dal vangelo secondo Giovanni  (12,20-26.32)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 

Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. 

E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

 

Guida: “Vogliamo vedere Gesù” è l’appello di alcuni greci desiderosi di conoscere l'identità̀ di Gesù.

Per rispondere al desiderio di sapere chi egli sia, Gesù racconta l'evento della croce. Lo racconta con la parabola del chicco di grano, con il detto di sequela rivolto ai discepoli, con la solenne proclamazione conclusiva.

In questo momento di preghiera, lasciamoci stupire di come la nostra Madre abbia raccontato e vissuto l’evento della croce in ogni situazione; lasciamoci infiammare dallo stesso Spirito che animò la sua esistenza, operando in lei grandi cose.

Canto allo Spirito Santo

PRIMO MOMENTO - MORIRE PER PORTARE FRUTTO

Guida: Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

Lett.: Per Gesù si conclude il tempo delle parole e dei segni, che devono lasciare spazio al GRANDE SEGNO, la passione gloriosa del Figlio dell’Uomo, da cui tutti potranno finalmente attingervi grazia su grazia. Ciò però non avverrà secondo le aspettative umane, ma con il segno paradossale della vita tramite la morte. 

L’immagine spiazzante è offerta dalla parabola del chicco di grano. Non ci sono equivoci: il seme è Gesù. E ogni discepolo, se vuole essere tale, deve imitarlo entrando in questo dinamismo.

Senza la morte non c’è fecondità. La strada percorsa dal maestro deve essere anche quella di ogni discepolo, anche quando essa conduce alla morte. 

(Dalla lectio di papa Benedetto XVI ai Parroci di Roma - 23/2/2012)

(Si porta un seme che viene seminato nella terra)

Lett: Per vedere Gesù, bisogna vivere in sé la vicenda di questo seme che cade in terra e muore, così come ha fatto la nostra madre Caterina, piccolo seme piantato da Dio stesso nella storia dell’umanità. Lei, ha vissuto la morte quotidianamente, offrendo se stessa a Dio e a tutti. Come il buon samaritano ha alleviato il dolore umano proclamando l’amore divino.

Schiavitù, povertà, fame, abbandono dei neonati e degli ammalati, sfruttamento ed emarginazione, non potevano spaventare la madre dei poveri, anzi, sono per lei l’ambiente vitale dove si combatte la buona battaglia, dove si termina la corsa e dove si conserva la fede.

Quando le opere da lei istituite sembravano prosperare in serenità, sopravvenne la guerra del 1882, che parve travolgere tutto. Anche in tale circostanza emersero la fede luminosa, la fortezza indomita, la carità senza limiti della Beata. Con incrollabile speranza nella Provvidenza, essa esortava così le sue figlie: “Dio ci ha visitato l’anno scorso colla guerra, quest’anno di nuovo col colera; che sia sempre benedetto e ringraziato”.

(cf. Testo dell’omelia del Santo Padre durante il rito della beatificazione)

Canto

Guida: Il cristianesimo è una persona, una persona innalzata su una croce, una persona che annientò se stessa per salvarci. Le nostre piaghe guariscono solo se immerse nelle piaghe del Signore innalzato per noi. (Papa Francesco)

Tutti: Signore nostro amabilissimo, fateci la grazia di amarvi perfettamente, e di amare con Voi la Vostra Croce, la Vostra Passione, la Vostra Morte.

Guida: La Croce non è un ornamento, è il mistero dell’amore di Dio. La Croce è la certezza dell’amore incrollabile di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla.  (Papa Francesco)

Tutti: Fate che nel nostro cuore non vi sia altro amore che il Vostro.

Guida: Andate sulla strada di Gesù, che è la misericordia; siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. Soltanto con un cuore misericordioso potremo fare tutto quello che il Signore ci consiglia. Fino alla fine. La vita cristiana non è una vita autoreferenziale; è una vita che esce da se stessa per darsi agli altri. (Papa Francesco)

Tutti: Signore, fateci la grazia di non rallentarci mai nel Vostro servizio. 

 

SECONDO MOMENTO - PERDERE PER GUADAGNARE 

Guida: Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.

Lett: Solo chi perde la propria vita per Gesù si realizza. L’ostacolo a questa realizzazione è la paura di perdersi e di sacrificarsi, ma la completa donazione può avvenire solo nel totale abbandono, che si concretizza nella sequela del Figlio dell’Uomo. 

Per il discepolo questa via di sequela si concretizza tramite la via dell’umiltà. L’umiltà nel catalogo delle virtù precristiane non appare; essa è una virtù nuova, la virtù della sequela. Seguire Cristo vuol dire entrare in questo cammino di umiltà. 

Breve pausa

L’umiltà è soprattutto verità. Vivere nella verità, imparare la verità, imparare che la mia piccolezza è proprio la grandezza, perché solo così sono importante per il grande tessuto della storia di Dio con l’umanità. Riconoscendo che io sono un pensiero di Dio, della costruzione del suo mondo, e sono insostituibile, proprio così, nella mia piccolezza, e solo in questo modo, sono grande.

(Cf. Lectio di papa Benedetto XVI ai parroci di Roma)

(Si porta un cordone)

Lett.: Tutta la vita missionaria di Madre Caterina è una prova del suo ardente amore verso Dio poiché faceva tutto per la sua gloria. (Positio 62, p.122)

Concentrata com’era nel suo Dio, non si curava della stima e della lode degli uomini. Quello che cercava era di accontentare il suo Sposo Gesù. Io la consideravo come l’Umiltà e l’affabilità personificata. ….(Positio 62, p.72)

Madre Caterina era molto umile in tutte le cose. Si stimava come l’ultima della casa. Presentandosi l’occasione si prestava a fare gli uffici più umili …. (Positio 62, p. 204)

Breve pausa

Canto: Chi ci separerà

Chi ci separerà dal suo amore,
la tribolazione, forse la spada?
Né morte o vita ci separerà
dall'amore in Cristo Signore.

Chi ci separerà dalla sua pace,
la persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà
da Colui che è morto per noi.

Chi ci separerà dalla sua gioia,
chi potrà strapparci il suo perdono?
Nessuno al mondo ci allontanerà
dalla vita in Cristo Signore.

 

TERZO MOMENTO - INNALZATO PER ATTIRARE TUTTI A SE’

Guida: Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 

Lett.: Gesù, esalta la sua passione ‘dolorosa’ in PASSIONE AMOROSA, filiale e totalmente rivolta al Padre: “Padre glorifica il tuo nome!”, sapendo che la gloria del Padre coincide con la Gloria del Figlio.

Chi ama non vive per la propria gloria, ma per la gloria dell’amato, che si manifesta radicalmente proprio sulla croce: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”.

Tutti:Quelle braccia allargate e inchiodate 

non catturano ma offrono, 

non rifiutano ma accolgono, 

non allontanano ma abbracciano.

Quella nudità innalzata e derisa 

non si vendica ma si dona, 

non si adira ma armonizza, 

non si nasconde ma si consegna.

Quel sangue versato e donato 

non macchia ma cancella, 

non separa ma riconcilia, 

non sopprime ma dona vita eterna.

Quelle parole proclamate 

non pronunciano odio ma amore, 

non annunciano guerra ma pace, 

non rifiutano ma attirano tutti a sé.

Breve pausa

Lett.: Da un giornale del Cairo [Cairo 8 Maggio 1887] 

Ieri il dì sette Maggio, una scena assai commovente si presentava allo sguardo mio. Una numerosa schiera di Orfanelle e di Religiose moveva a passo lento, tutte in lagrime e singhiozzi accompagnando all’ultima dimora la loro Madre e Superiora Generale. 

Ridire quanta impressione fece al mio cuore in vedere quelle lagrime, in udire quegli angosciosi sospiri m’è impossibile esprimerlo a parole. Seguivo, attonito, questo funebre corteggio cercando coll’occhio indagatore qualcuno che potesse dirmi qualche cosa. Ma che! Un’onda di popolo a destra e a sinistra faceva ala a quella schiera e dalla folla non s’udivan sorgere che voci di pianti, e di sospiri or esaltando la carità della defunta, ora le sue virtù, mentre ognun che era stato da Lei beneficato la seguia piangendo, gridando che perduto avea in essa una Madre, il loro conforto, la lor guida, ogni bene. 

Infine mi fu detto, esser quelle le Religiose Francescane e la defunta, la lor Superiora Generale e Fondatrice dell’Ordine delle Religiose Francescane in Egitto. Ben le conoscea, ma giammai avrei creduto che fra le ristrette mura di quel Chiostro fossero ascose tante anime tutte dedite al servizio dell’umanità, e tante povere Orfanelle avessero trovato fra quegli angeli di carità un asilo, un rifugio. 

Si accende il cero pasquale

Tutti: O gloria, sì gloria e onore veramente meritato, o anima bella! 

Tu che per tanti anni sapesti con tanta sagacità dirigere e provvedere sola fidando in Dio e nella Divina Provvidenza, a tante e tante persone, sollevare ed accogliere ogni infelice sofferente. Ben meritavi che i cuori da te beneficati ti seguissero ancor morta, esaltando la tua bontà e carità, giacchè in tutto il Cairo non facesti che spargere benefici sopra benefici… 

Lett.: Arrivati che furono ad un certo punto, le povere Orfanelle ritornarono tutte in lagrime al loro Monastero, struggendosi dal dolore, vedendosi prive per sempre della loro buona e tenera Madre… 

Oh! Sì la Madre dei poveri non esiste più.

Canto

Mandato finale

Guida: Oggi l’umanità ha un estremo bisogno di testimonianza convinta e coraggiosa; oggi il mondo chiede ai cristiani il coraggio della fede! La Beata Maria Caterina Troiani con l’eloquenza della sua vita ci indica la strada e ci aiuta con la sua intercessione. Il Cuore Immacolato di Maria partecipi a voi tutti, la fermezza della sua fede, la sua ansia apostolica, l’ardore della sua carità!

E vi accompagni anche la mia Benedizione, che ora di gran cuore vi impartisco ed estendo con affetto a tutte le Suore Francescane Missionarie sparse nel mondo. (Giovanni Paolo II)

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutte: AMEN

 

Letto 1033 volte Ultima modifica il Lunedì, 26 Dicembre 2016 08:38

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