La celebrazione chiudeva anche l’incontro internazionale “Vita consacrata in unità” tenutosi dal 28 gennaio al 2 febbraio 2016.
Non avevo mai visto tanti consacrati riuniti insieme per pregare, ascoltare, riflettere e discutere sui temi che maggiormente oggi ci interpellano per una testimonianza viva, per rispondere all’invito della Chiesa: svegliate il mondo!
La vita consacrata, nei suoi diversi carismi, è una ricchezza per il mondo di oggi. E’, e continuamente deve divenire: profezia, prossimità e speranza. Tre atteggiamenti che Papa Francesco ha ribadito in modo chiaro e simpatico nell’udienza del 1 febbraio:
- profezia che è dire che c’è qualcosa di più vero, di più bello, di più grande, di più buono al quale tutti siamo chiamati.
- prossimità, perché chiamati innanzitutto ad essere uomini e donne dell’incontro.
- speranza, sapendo che contro la tentazione di perderla, dobbiamo pregare di più. E pregare senza stancarci.
Profezia, prossimità, speranza. Vivendo così, ci ha ricordato ancora il Papa, avremo nel cuore la gioia, segno distintivo dei seguaci di Gesù e a maggior ragione dei consacrati. E la nostra vita sarà attraente per tante e tanti, a gloria di Dio e per la bellezza della Sposa di Cristo, la Chiesa.
Il convegno è terminato, ora tocca a noi farlo diventare stile di vita nelle nostre fraternità e nella quotidianità della vita.
Ripensando a quei giorni, non possiamo non unire la nostra voce a quella quella del Card. João Braz de Aviz e dire: Santità, conti su di noi.
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